Interviste impossibili: Saifer Goldman – Venti di guerra

L’ampia vetrata sull’Upper East Side riflette un arredamento curato, ma essenziale. Una scrivania di tek e due sedie di design orientale color avorio, occupano il centro dell’ambiente e nell’aria si percepisce il profumo di sandalo e tabacco. Sulla destra, una nicchia nel muro nasconde un caminetto acceso, che scopro essere una proiezione olografica di grande effetto. Davanti due poltrone dai toni chiari, disposte di tre quarti, mi ricordano un ambiente liberty della vecchia Inghilterra. Ma a parte quel particolare l’ordine maniacale sublima l’essenzialità che domina sovrana. Sulla scrivania una Moleskine allineata ad uno dei due lati in modo inquietante, un paio di occhiali di realtà aumentata ed un visore di realtà virtuale. Nessun monitor, nessuna tastiera, nessun computer.

Saifer Goldman mi viene incontro e con un gesto sbrigativo mi fa cenno di accomodarmi su una delle poltrone accanto al fuoco. Appena mi siedo, vengo sorpreso da un tepore a infrarosso quasi naturale e un sistema di audio 3D di ultima generazione inizia ad inondare la stanza con il crepitio di un fuoco vivace. Fuori, la notte e i suoni della metropoli americana sono soltanto un rumore di fondo, lontano e irraggiungibile.

<< Grazie per avermi ricevuto Mr Goldman. >>

<< Iniziamo. >> disse lui, dopo aver incrociato lo sguardo di uno dei suoi collaboratori.

Chi si fosse aspettato un novello Gordon Gekko in cravatta e doppiopetto sarebbe rimasto deluso. Una camicia bianca su un semplice vestito blu cobalto, niente gemelli o fazzoletto tono su tono nel taschino, tutto molto in linea con l’ufficio al 57esimo piano della Fifth Avenue.

<< Ok. Cosa sta accadendo in Ucraina e dobbiamo preoccuparci? >>

<< Queste sono due domande, Signor Vendramin. >>

Il collaboratore è tornato con un carrello, una bottiglia di whiskey e due bicchieri. Goldman lo ringrazia facendo capire che farà da solo. Versa il liquido ambrato e fortemente aromatico che amplifica i riflessi del fuoco sintetico. Noto un ideogramma giapponese sull’etichetta, ma non riesco a leggere altro.

<< Hibiki. Ne faccio sempre una scorta quando transito da Tokyo >> disse, leggendomi nel pensiero.

<< Vede Vendramin, ora stiamo assaporando un prodotto invecchiato oltre vent’anni. Un prodotto di lusso giapponese che ha scalato le classifiche delle riviste specializzate. E siamo circondati da giocattoli costosi. La fuori il mondo è tutta un’altra cosa. >>

Rimane in silenzio per un momento e ne approfitto per aprire la mia Moleskine a quadretti. Forse l’unica cosa che abbiamo in comune.

<< I tempi della guerra fredda sembrano lontani, eppure i suoi fantasmi ancora si accalcano sul fronte orientale. La Russia, dopo il crollo del blocco sovietico, è diventata il peggior compromesso tra un nostalgico socialismo reale e un capitalismo sfrenato. Un cuore pulsante che continua a guardare al passato, almeno nei suoi gerarchi. E un popolo incapace di opporsi ad uno scollamento sempre più ampio con gli apparati di controllo. >>

<< Ma qualcosa è cambiato da allora. Almeno intorno alla Russia. >>

<< Certamente. Il microcosmo sovietico si è frammentato in stati satelliti che hanno avuto la funzione di cuscinetto tra il blocco NATO e la Russia. Ma molti dimenticano che ognuno di questi stati ha una storia diversa e che in molti di essi l’uscita dalla ex URSS è stata una liberazione. Il sentimento anti-sovietico, sopito negli ultimi decenni, sta riemergendo e questo non è tollerabile per l’establishment russo. >>

<< Come in Ucraina? >>

<< Direi piuttosto come nelle tre repubbliche Baltiche. Lituania, Lettonia ed Estonia che oggi fanno parte dell’alleanza Atlantica. Non certo perché ricattate dalla NATO. Hanno scelto democraticamente di allontanarsi dal loro ex padrone ingombrante. La Russia. La Bielorussia ha scelto diversamente ed oggi è un avamposto fedele al Cremlino. >>

<< Parliamo del ruolo dell’Ucraina. >>

<< L’ Ucraina è un insieme di molte realtà. Il Donbass filo-russo, da una parte, anche per contiguità geografica e rapporti commerciali duraturi. Dall’altra il resto del paese, che è conteso da una maggioranza filo-occidentale e da una minoranza filo-russa. Più ci si sposta a sud-est e più questo equilibrio si ribalta. Ma è un paese sovrano e ha eletto democraticamente i suoi leader. >>

<< C’è chi dice ci siano chiaramente gli USA dietro gli eventi del 2014. Chi parla di persecuzione delle minoranze russe. >>

<< Gli USA hanno sempre provato ad intervenire per avere interlocutori più “amichevoli”. Lo fa da sempre anche la Russia. Cuba è stata soltanto la punta di diamante. Quanto alle persecuzioni parlerei piuttosto di conflitti etnici interni. Quando cadde la Crimea non si sparò un colpo perché a maggioranza russa e i pochi ucraini non se la passarono bene allo stesso modo. >>

<< Quindi lei non crede, come dicono alcuni, anche in occidente, che la Russia stia in qualche modo rispondendo alla provocazione della NATO, che avrebbe perpetrato politiche di infiltrazione nell’ex blocco sovietico per fare proseliti ed isolare la Russia? >>

<< Amico mio, lei deve rileggere la storia. Quanto affermano costoro è semplicemente un falso storico oltre che ideologico. E’ naturale che i due blocchi abbiano tentato di influenzare economicamente e militarmente tutti gli stati satellite della ex Unione Sovietica. La Russia per contiguità geografica e culturale. L’Europa e gli USA hanno avuto terreno fertile per una sorta di osmosi culturale che è cresciuta vigorosa nelle menti delle nuove generazioni. Se il teorema della Russia fosse credibile significherebbe che tutti questi stati sarebbero passati dall’altra parte in maniera forzosa e non libera. Chiedere ad Ungheria, Repubblica Cieca e Slovacchia cosa ne penserebbero di riannettersi all’ex blocco socialista. >>

<< Quindi il punto sarebbe che la Russia questi paesi li avrebbe persi da sola e adesso, sentendosi minacciata voglia rovesciare il tavolo? >>

<< Direi piuttosto che non ha fatto nulla per riaverli in modo democratico. E che se affermiamo il principio di autodeterminazione dei popoli e delle nazioni, non si vede per quale motivo oggi Putin si senta abilitato a calpestare tale principio per convenienza strategica, politica e militare. >>

<< Non mi aspettavo giudicasse così duramente l’invasione Russa in Ucraina. La facevo più equidistante. In fondo c’è chi dice che anche gli ucraini non siano dei santi. >>

<< Possiamo far finta che ci siano eguali ragioni da entrambe le parti. Ma qui si parla di un atto unilaterale, senza precedenti, che ha portato l’oligarchia russa, contro gran parte dell’opinione pubblica russa, ad invadere un paese sovrano, che ha avuto le ultime elezioni nel 2019. Tale atto ha il potenziale di essere una deflagrazione nel cuore dell’Europa, dalle conseguenze inimmaginabili. Inoltre non credo che Putin voglia fermarsi all’Ucraina. Ha fatto la sua mossa e non può più fermarsi. >>

<< Si riferisce alle minacce a Svezia e Finlandia di non entrare nella NATO? >>

<< Quella è un messaggio di guerra. Ma il vero destinatario di tale messaggio sono le repubbliche baltiche. Lo sa che c’è un pezzetto di Russia stretto tra la Polonia e la Lituania? >>

<< Intende la regione di Kaliningrad che ha uno sbocco sul Baltico? >>

<< Esattamente. Non ci vuole molto a fare due più due. Meno di 70 km tra il confine bielorusso e questo pezzetto isolato di Russia. Il Cremlino ritiene di avere il diritto storico di possesso su Lituania, Lettonia ed Estonia. E le vorrà riprendere a tutti i costi. >>

<< Lei sta dipingendo uno scenario da brividi che ricorda tanto le occupazioni naziste che hanno portato allo scoppio della seconda guerra mondiale… >>

<< Hitler ebbe un inizio più indolore. L’Anschluss dell’Austria fu una passeggiata per la Germania. >>

<< Vuole dire che l’Ucraina è l’Austria di Putin, prima di invadere la Polonia? >>

<< Non ricada nell’errore di avere la memoria corta. La Russia di Putin ha attaccato prima la Cecenia, la Georgia, la Siria, la stessa Ucraina nel 2014. E poi ci sono i bombardamenti a tappeto su Aleppo, l’annessione della Crimea, l’uccisione di Litvinenko, l’avvelenamento degli Skripal, fino a quello di Navalny. Qui siamo ben oltre il primo passo. >>

<< Oggi l’ex campione di scacchi Kasparov, convinto oppositore di Putin fuggito qui in America, dice più o meno le stesse cose. Ma quindi cosa dovrebbe fare l’Europa? L’Ucraina potrebbe cadere in poche ore. >>

<< Poche ore sono diventati pochi giorni. L’Ucraina sta provando a difendersi come può e l’Occidente troverà il modo di rifornire di armi quel che rimane dell’esercito ucraino. Ma potrebbe essere una battaglia persa. Putin sa che ogni ora che passa senza aver preso il paese, il suo bluff rischia di essere visto. >>

<< Di quale bluff sta parlando? >>

Mi guarda distrattamente con l’aria di chi guarda un ingenuo, mentre si versa un altro dito di whiskey.

<< Non mi dica che non è abbastanza chiaro. Le guerre non si innescano in momenti casuali della storia. C’è sempre un calcolo di rischi-benefici che determina il momento esatto in cui accendere la miccia. L’attuale inconsistenza del blocco occidentale e in particolare la tragica e sconclusionata ritirata dall’Afganistan delle truppe Alleate hanno dato un segnale chiaro. Quello contrario a quello di forza che si percepiva durante la guerra fredda. >>

<< Putin sa che l’Occidente non interverrà? >>

Mi riempie nuovamente il bicchiere, mentre una sirena sulla Fifth Avenue rompe il silenzio della notte.

<< Su questo potrebbe sbagliarsi. Lo scollamento tra l’immagine di un blocco e la sua reale capacità di muoversi, spesso è divergente. L’opinione pubblica, soprattutto qui in occidente, ha l’idea di un blocco scomposto e frammentato, nelle intenzioni e nella pratica. Trump ha iniziato una nuova stagione della politica Americana e Biden la sta portando avanti, checchè se ne dica. La NATO è un apparato militare, oliato e pronto ad agire in ogni momento. Potrebbe sorprendere tutti, dapprima osservando lo scacchiere bellico in atto, magari rifornendo di armi l’esercito ucraino sottobanco. Ma se non bastasse non escludo un suo impegno più operativo. >>

<< Lei parla di un blocco occidentale debole solo in apparenza e che la NATO potrebbe essere disposta a difendere non solo i propri confini ma ad intervenire direttamente contro la Russia…>>

Silenzio. Un vento gelido sferza le luci tremolanti sulla sponda del New Jersey.

<< E poi c’è l’incognita della Cina. >>

<< Taiwan! >>

<< Esatto. Xi Jinping è una alleato di Putin e ormai anche i giornali europei di basso rango hanno pubblicato articoli sull’eventualità di un attacco a Taiwan. Se la NATO non interverrà in Europa e lascerà correre la restaurazione del Cremlino, il Dragone potrebbe approfittarne. E non limitarsi a comprare il gas russo per sostenere in una economia alternativa il proprio alleato. >>

<< Mi sta dicendo che assisteremmo ad un contro-bluff in cui la CINA farebbe una sorta di “all in” vedendo che Putin ha vinto la sua mano con pessime carte… >>

<< Potrebbe accadere. >>

Rimango impietrito per qualche secondo, continuando ad osservare il movimento della fiamma sintetica. Non riesco ad intercettare alcun loop.

<< Mr Goldman, lei mi sta dicendo che potremmo essere vicini alla resa dei conti. A livello mondiale? >>

Una falce di luna fa capolino tra i grattacieli, facendosi largo tra vaporose nuvole bianche trasportate dal vento crescente. La stessa sagoma si disegna sulle labbra di Saifer Goldman, che si alza per accomiatarmi.

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